martedì, aprile 04, 2006

ANSA: AUTOPSIA NON SPAZZA VIA I DUBBI SU MORTE TOMMASO


Dalle carte dell'inchiesta spunta una piantina topografica, acciuffata dalle perquisizioni nei giorni della speranza, in cui erano indicati i luoghi del potenziale nascondiglio per Tommy e quello del pagamento del riscatto; e s'allunga, seppur con l'ipotesi di favoreggiamento, l'elenco degli indagati. Ma il rapimento e la morte del piccolo Tommaso Onofri, trovato senza vita dopo 30 giorni sabato notte, continuano a essere densi di misteri e particolari sballati. E pure l' autopsia, che per oltre cinque ore cerca risposte sul corpicino "macerato" del piccolo, non ne dà: almeno con quel grado di certezza della quale gli investigatori avrebbero tanto bisogno. Difficile stabilire la natura delle lesioni, senza gli esami che verranno, ha spiegato il professor Guglielmo Masotti, direttore dell'istituto di medicina legale dell'università di Parma, uno dei due consulenti della Procura che hanno fatto l' autopsia. Allora, resta plausibile sia la causa di un forte trauma al capo del piccolo, il colpo di pala raccontato dai fermati, sia l'asfissia, altro particolare emerso negli interrogatori. Entrambe opzioni indicate nel quesito fatto dalla Dda ai medici. Intanto gli inquirenti, mentre hanno già scritto la richiesta di convalida dei fermi al Gip, stanno cercando gli eventuali complici o chi poteva sapere qualcosa. Sul registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento, è così finito Luigi Giuseppe Barbera, 45 anni, originario di Pantelleria ma a Parma da anni, che fece i lavori di ristrutturazione nell' abitazione dei genitori di Tommy, a Casalbaroncolo. A chiamarlo in causa ci sarebbero fra l'altro diverse telefonate con Mario Alessi, uno dei tre fermati per il sequestro. Nulla di sconvolgente, però, secondo la tesi difensiva, poiché i due si conoscevano bene: fu Barbera, infatti, a far lavorare come manovale proprio Alessi nella ristrutturazione dell'abitazione. I dubbi, comunque, restano piantati ovunque. Sulla dinamica del sequestro e sul movente. Nel buio, però, gli investigatori avevano la convinzione, e la speranza, di ritrovare Tommaso vivo: "Nelle intercettazioni del 31 marzo - ha spiegato il coordinatore della Dda Silverio Piero - rumori di sottofondo davano la presenza di un bambino nella casa di uno degli attenzionati". Intanto, ora, l'autopsia regala una sola risposta: Tommaso "può essere stato ucciso circa un mese fa". Non può essere identificata con assoluta certezza, al contrario, la causa di morte del piccolo, perché "le lesioni" trovate sul corpicino "possono essere mortali o post mortem", cioé verificatesi dopo il decesso. Si è parlato di un colpo di badile al capo, hanno chiesto i cronisti: "Allo stato non è la prima opzione", ha risposto il professor Masotti. Anche se poi, alla domanda precisa se sul corpicino ci fossero fratture ossee, ha detto: "Preferirei non rispondere". I Pm avevano chiesto anche di verificare se ci fossero le cause per una morte asfittica. "Per questo - ha risposto Masotti - sono stati fatti prelievi dai due polmoni. Ora dovremo vedere. Prima occorre vedere con esattezza la natura delle lesioni - ha spiegato ancora il medico legale - perché il bambino è rimasto circa un mese sotto un po' di terra e fango". E, allora, soprattutto fra un boschetto e il greto di un fiume, possono essere tantissimi i fattori che hanno provocato un deterioramento (grave) del corpicino. Per stabilire l'esatta causa di morte aiuteranno gli esami "isto-chimici ed endogenosi", ha aggiunto ancora il professor Masotti. In linea teorica il piccolo Tommaso potrebbe essere morto anche per un attacco epilettico: "Questo è un problema di ricerca del medicinale - ha spiegato - e occorre vedere se la morte è venuta prima che il bambino fosse in carenza del medicinale". Che ad ucciderlo sia stata un colpo di pala "é una possibilità", nelle parole dell'avvocato Claudia Pezzoni, amica della famiglia Onofri, che ha nominato un consulente per l'autopsia. Il legale ha poi spiegato come per gli esiti delle analisi occorrerà aspettare circa 10-15 giorni. Nel frattempo occorrerà stabilire con esattezza chi ha fatto parte di "una banda di sequestratori di livello molto infimo", come ha commentato il procuratore aggiunto di Bologna Piro. E, allora, ha forse ragione Paolo Onofri, il papà di Tommy: "Il cerchio non è chiuso".

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

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9:11 AM  

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